Il David di Michelangelo: la storia

La storia di uno dei capolavori più celebri dell’arte occidentale, il David di Michelangelo, non inizia con un colpo di scalpello, ma con un progetto ambizioso e, inizialmente, un clamoroso fallimento.

Tutto ha inizio molto prima che Michelangelo Buonarroti mettesse mano alla materia, precisamente nell’anno 1463.

L’Opera del Duomo di Firenze aveva un obiettivo monumentale: decorare la cattedrale di Santa Maria del Fiore con una serie di profeti colossali, simboli della potenza e della fede della città.

Per il secondo di questi profeti, fu selezionato un blocco di marmo di Carrara eccezionale per le sue dimensioni imponenti, ma tristemente noto per la sua qualità non eccelsa.

Questo gigantesco pezzo di roccia, tuttavia, divenne rapidamente una sfida insormontabile. Fu affidato inizialmente al talentuoso scultore Agostino di Duccio, che vi lavorò per un breve periodo prima di abbandonare l’impresa.

Anni dopo, la stessa sorte toccò ad Antonio Rossellino. Entrambi fallirono miseramente nel tentativo di domare la massa imperfetta.

Il risultato di questi tentativi infruttuosi fu un blocco di marmo “sgrossato rozzamente”, danneggiato e lasciato a giacere inutilizzato nei cortili dell’Opera.

Nella Firenze dell’epoca, era ormai noto solo con un soprannome: “il Gigante”. Un monolite di promesse non mantenute, apparentemente destinato all’oblio.

Nessuno poteva immaginare che questo blocco problematico attendesse solo l’artista che, quasi quarant’anni dopo, avrebbe saputo vedere in quel marmo apparentemente irrecuperabile non un fallimento, ma la forma perfetta di un eroe.

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