La frase d’apertura del libro di Emanuele Conte, “Le frequenze dell’anima, Microstorie, pensieri e frasi scomposte come alla radio”, Raccolta 1, è un’intensa e poetica meditazione sul potere emotivo e universale della musica e, più in profondità, sulla condizione umana stessa.
Perché
Perché i compositori mettono nella musica certi violini sapendo che ti possono affettare il cuore?
Perché certi cori hanno il potere di travolgerti come una valanga che ti investe togliendoti il fiato?
Perché sembra che tutti i parolieri del mondo, nelle loro canzoni stiano parlando di te, della tua vita di quello che provi o vorresti dire?
Perché i musicisti e i cantanti hanno il potere di scuotere il tuo cuore come se volessero lanciarlo oltre il confine di te?
Per me sono tutti d’accordo, fanno parte di un gioco malvagio organizzato allo scopo di ricordarci che siamo esseri umani, in grado di percepire l’immensità dello spazio, ma senza il potere di capire dove può finire, di sentire l’inesorabilità del passare del tempo che non sappiamo fermare con le mani, di farci sentire il bisogno disperato di non essere soli in mezzo a tutto ciò.
Analisi Strutturale e Retorica
Il testo si apre con una serie di domande retoriche che esplorano l’impatto viscerale della musica, culminando in una risposta-ipotesi personale che funge da tesi centrale.
- Le Domande Iniziali (Il Potere della Musica):
- Le prime quattro domande utilizzano metafore potentissime per descrivere l’effetto della musica sull’ascoltatore:
- “affettare il cuore” (violini) : un’immagine di dolore acuto ma catartico.
- “travolgerti come una valanga” (cori): sensazione di essere sopraffatti, togliendo il fiato, un’esperienza totalizzante.
- “parlare di te” (parolieri): l’universalità del testo che si fa incredibilmente personale.
- “scuotere il tuo cuore come se volessero lanciarlo oltre il confine di te” (musicisti/cantanti) : un’idea di trascendenza, di superamento dei propri limiti emotivi e fisici.
- Il “perché” ripetuto enfaticamente stabilisce un tono di meraviglia e quasi incredulità di fronte a tale forza artistica.
- Le prime quattro domande utilizzano metafore potentissime per descrivere l’effetto della musica sull’ascoltatore:
- La Risposta-Ipotesi (La Tesi):
- La risposta inizia con una dichiarazione provocatoria: “Per me sono tutti d’accordo, fanno parte di un gioco malvagio organizzato…”
- Il termine “gioco malvagio” è un ossimoro affascinante: sebbene il risultato sia emotivamente forte, la finalità non è distruttiva, ma ha un obiettivo profondo.
- La Finalità del “Gioco Malvagio” (La Condizione Umana):
- Lo scopo di questo “gioco” è ricordarci che siamo esseri umani e farci prendere coscienza dei nostri limiti esistenziali:
- Percepire l’immensità dello spazio, ma non capirne la fine: Riconoscimento dell’infinito e, per contrasto, della nostra finitudine e piccolezza.
- Sentire l’inesorabilità del passare del tempo, ma non poterlo fermare: La malinconia per la caducità e la mancanza di controllo sul tempo.
- Sentire il bisogno disperato di non essere soli: La ricerca fondamentale di connessione e l’angoscia dell’isolamento in un universo vasto e indifferente.
- Lo scopo di questo “gioco” è ricordarci che siamo esseri umani e farci prendere coscienza dei nostri limiti esistenziali:
Commento e Interpretazione
La frase non è solo un elogio alla musica, ma una profonda dichiarazione filosofica sull’arte come specchio e strumento della consapevolezza umana.
1. L’Arte come Agente di Verità
Emanuele Conte suggerisce che l’artista (compositore, paroliere, musicista) agisce come una sorta di cospiratore che, con astuzia (il “gioco malvagio”), ci costringe a confrontarci con le verità più difficili dell’esistenza: l’Infinito, il Tempo e la Solitudine. La musica, con la sua capacità di bypassare la ragione e colpire direttamente il cuore, è lo strumento perfetto per questo promemoria emotivo.
2. La Funzione Terapeutica della Sofferenza Musicale
L’idea che la musica “affetti il cuore” o travolga come una “valanga” non è negativa; al contrario, è un modo per sentire intensamente e per trascendere la quotidianità. Il dolore e l’emozione intensa che la musica provoca servono a liberare l’individuo dal torpore e a spingerlo “oltre il confine di te”, suggerendo che solo in questo slancio emotivo si può percepire la grandezza delle domande esistenziali.
3. Il Messaggio di Base: Siamo Connessi
La conclusione, “farci sentire il bisogno disperato di non essere soli in mezzo a tutto ciò”, è il vero culmine emotivo. L’universalità delle canzoni (che sembrano parlare di “te”) e l’emozione condivisa creata dalla musica sono la prova che questo bisogno di connessione è comune.
In sintesi, la frase d’apertura è una potente e azzeccata dichiarazione di intenti che prepara il lettore al tono intimo e riflessivo del libro. Essa definisce la musica (e per estensione, la scrittura dell’autore) non come semplice intrattenimento, ma come una frequenza che sintonizza l’anima dell’ascoltatore (o lettore) con le grandi e ineludibili domande sull’essere al mondo.
Guarda la panoramica breve oppure ascolta la panoramica approfondita dell’AI di NotebookNL rispetto a questa analisi

SpietataLente: Creatori di Contenuti
Approfondimenti su alcuni contenuti multimediali creati da content creators più o meno famosi.
Testi a cura della redazione di Klasspop.it – immagini create con l’A.I.
