Nelle pittoresche colline della Valmarecchia, a pochi chilometri da Rimini, si erge maestoso il Castello di Montebello, una fortezza imponente che domina il paesaggio circostante. La sua storia, lunga e stratificata, si confonde con la leggenda, e tra le sue mura secolari riecheggia una voce sottile, quella di una bambina scomparsa secoli fa: Azzurrina. Questo luogo, permeato da un fascino arcano e da un’inquietudine palpabile, attira ogni anno migliaia di visitatori, desiderosi di scoprire il confine sottile tra realtà e mistero.
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La storia del Castello di Montebello affonda le sue radici in un passato lontano. La sua origine risale probabilmente all’epoca romana, quando era una postazione militare strategica. Tuttavia, la sua struttura attuale prese forma nel corso del Medioevo, sotto il dominio delle potenti famiglie nobiliari che si contendevano il potere in Romagna. La famiglia Malatesta, signori di Rimini, e i Guidi di Bagno, la cui signoria si estendeva su queste terre, si alternarono nel controllo della rocca. Il castello divenne un baluardo inespugnabile, un simbolo di potere e una testimonianza delle sanguinose lotte che caratterizzarono quel periodo.
Il nome stesso, Montebello, riflette la sua posizione geografica e la sua bellezza. Tuttavia, la sua fama non deriva solo dalla sua architettura o dalla sua storia militare, ma da una leggenda che lo ha reso celebre in tutto il mondo: il mistero di Guendalina, nota come Azzurrina.
Siamo nel XIV secolo, un’epoca di superstizioni, di paura e di credenze popolari profondamente radicate. In questo contesto nasce una bambina, figlia del feudatario di Montebello, Ugolino Guidi di Bagno. La piccola era albina, un fenomeno raro e inspiegabile per l’epoca. I suoi genitori, temendo le dicerie e le accuse di stregoneria che avrebbero potuto colpire la loro famiglia, decisero di nasconderla.
Nonostante i suoi capelli bianchi come la neve e i suoi occhi azzurri, i genitori cercarono di tingerle i capelli con pigmenti naturali. Ma, per una ragione allora misteriosa, la tintura non attecchiva, lasciando ai capelli un riflesso azzurrognolo. Da qui il nome con cui è passata alla storia: Azzurrina.
La vita di Azzurrina era solitaria e segreta. Era costretta a vivere all’interno del castello, sotto la protezione di due guardie. Poteva giocare solo in una stanza, protetta dagli sguardi indiscreti.
La sua storia giunge al culmine il 21 giugno 1375, il giorno del solstizio d’estate. Azzurrina stava giocando con una palla di stracci nelle segrete del castello.
Secondo la leggenda, la palla le sfuggì di mano, rotolando verso una botola che conduceva a un nevaio o ghiacciaia sotterranea, un luogo interrato dove una volta si conservava la neve e il ghiaccio per tutto l’anno.

Le guardie, in un attimo di distrazione, persero di vista la bambina. Sentirono un grido, un suono acuto e spaventoso. Si precipitarono, ma la botola era ormai chiusa e la bambina era scomparsa. Non fu mai più ritrovata.
Da quel giorno, ogni cinque anni, nella notte del 21 giugno, si dice che il fantasma di Azzurrina si manifesti nel castello. I visitatori e i ricercatori del paranormale, muniti di registratori e strumenti per captare le voci ultraterrene, affermano di aver udito suoni, risate di bambina, e persino le sue parole. Non si tratta di una semplice leggenda locale, ma di un fenomeno che ha attirato l’attenzione di studiosi e di media internazionali.
Negli anni ’90, un gruppo di ricercatori ha registrato una serie di suoni anomali nel castello. Alcuni sembrano una risata, altri un pianto, altri ancora delle voci incomprensibili. Queste registrazioni sono state analizzate, ma la loro origine rimane inspiegabile.
Il Castello di Montebello, con la sua atmosfera carica di storia e di mistero, è un luogo che si presta perfettamente a questa narrazione. I suoi passaggi segreti, le sue stanze austere, le sue prigioni sotterranee creano un’ambientazione perfetta per la leggenda.
L’assenza di Azzurrina è diventata la sua presenza più forte. La sua storia, che si fonde con la storia reale del castello, ha trasformato questo luogo da una semplice fortezza in un crocevia tra il mondo dei vivi e quello dei morti.
Che la leggenda di Azzurrina sia vera o meno, essa è diventata parte integrante dell’identità del Castello di Montebello.
Attraverso i secoli, la storia è stata tramandata di generazione in generazione, arricchendosi di dettagli e di nuovi particolari.
Oggi, i visitatori possono percorrere i corridoi del castello, visitare le stanze e le segrete, e ascoltare il racconto di Azzurrina narrato dalle guide. E, se si presta attenzione, si può forse, magari anche grazie alla suggestione, percepire un debole sussurro, una risata di bambina che echeggia tra le mura, un ricordo eterno di una vita spezzata, un mistero che continua a sfidare la logica e il tempo.
Il Castello di Montebello non è solo un luogo di storia, ma un luogo di eterna attesa, dove il confine tra il passato e il presente si fa sottile, e il silenzio è rotto solo dal vento e da una voce lontana, quella di una bambina dagli occhi azzurri come il cielo.
“Il Treno del Brivido” di Emanuele Conte per Klasspop – Immagini AI
